Non c’è spazio per i sessisti in Martesana.

A inizio luglio una ragazza quindicenne è stata stuprata da un militare di 31 anni che, dopo essersi finto poliziotto, con la scusa di portarla in caserma per accertamenti l’ha violentata in un parco di Roma. La notizia è girata rapidamente su tutti i media mainstream, causando una serie di vergognosi commenti e un fiume di opinioni sessiste e svilenti, frutto del radicamento sempre più forte di una certa mentalità retrograda e bigotta.

Ancora una volta abbiamo assistito alla colpevolizzazione della vittima, rea di passeggiare per Roma a mezzanotte insieme con delle amiche: per la nostra società patriarcale e sessista, una colpa immensa. E se quando a violentare sono dei migranti, l’opinione pubbica si chiude a riccio intorno alla vittima in una ridicola difesa dell’italianità della stessa, quando a stuprare è un uomo in divisa, la colpa ricade inevitabilmente sulla donna. La donna vista come provocatrice, tentatrice, come unica colpevole di uno stupro voluto e ricercato.

Tra i vari commentatori – non richiesti – anche l’assessore di Cassano D’Adda Angelo Colombo, che su facebook ci ha deliziati con l’ennesimo commento carico di sessismo e ignoranza, dove di nuovo la donna è vista come la sola causa dello stupro subito. L’assessore ha infatti sentenziato che “certe donne provocano e rischiano da come si vestono!!!”. Vogliamo ricordare all’assessore che nessuna donna provoca o cerca lo stupro con il suo abbigliamento, atteggiamento o comportamento. Le donne sono libere di agire nella loro piena coscienza senza dover rischiare nulla, perché l’unico colpevole di uno stupro è lo stupratore. L’affermazione fatta dall’Assessore non si discosta dal commento-medio che circola in rete: tuttavia, se fatta da una persona che ricopre un incarico istituzionale, suona ancora più triste.

E’ fondamentale che la mentalità patriarcale radicata all’interno nella nostra società venga completamente sradicata per permettere a tutte le donne di vivere liberamente la loro sessualità senza doversi sentire giudicate, attaccate, analizzate, come fossero pezzi di carne da ammirare senza alcuna coscienza. E’ fondamentale abbattere la mentalità retrograda che colpevolizza la donna e mai l’uomo, che vede nello stupratore un poveretto che ha ceduto ai suoi istinti poiché provocato. È importante insegnare a non stuprare, non a non essere stuprate.

E per chi non riesce a pensarla così, in Martesana non può e non deve esserci posto, soprattutto all’interno delle istituzioni che dovrebbero applicare la Costituzione che vede nell’uguaglianza – anche di genere – uno dei suoi pilastri fondamentali.

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